26/12/2018

Beauty is in your mind Personale di RUDDT WACKERS all’Officina delle Arti di Corridonia – di Loredana Finicelli

By artedellamarca

Se c’è una scuola che più delle altre ha mantenuto un rapporto diretto, e ininterrotto, con la tradizione figurativa, sia di marca postimpressionista sia espressionista, questa è quella nordica, di area anglo-tedesca e olandese. Anche le esperienze artistiche successive alla seconda guerra mondiale che tra America ed Europa affrontavano con solerzia e convinzione le soluzioni offerte dall’Informale, in quelle aree, acquisivano caratteri specifici e si indirizzavano secondo una ricerca che non ripudiava il rapporto con il reale ma ne dava una interpretazione assolutamente originale. Se in area olandese, l’Informale si connotava per la relazione con un mondo umano che benché distorto e dissonante costituiva comunque un imprescindibile riferimento della creazione artistica in Inghilterra, una figura monumentale come quella di Francis Bacon – irlandese di nascita e inglese di adozione, con tutto il retroterra che questo comporta – ribadiva la centralità dell’umano, in una versione però incommensurabilmente tragica e in progressivo disfacimento etico prima che fisico. Una cultura, quindi, dove l’eco di fondo è sempre il reale e il centro della riflessione, pur con tutte le interferenze del caso, è l’uomo.

RUUDT WACKERS, artista olandese, recentemente approdato nelle sue peregrinazioni tra le colline marchigiane, è l’erede di una tradizione drammatica e allo stesso tempo gagliardamente solenne per quel continuo rammentarci l’immanenza dell’uomo e delle sue tragedie in un tempo in cui tutto sembra concorrere all’espulsione dell’umano e delle sue attitudini naturali dai sofisticatissimi giochi della politica e del potere. Formatosi negli anni del grande ritorno del figurativo sul finire del secolo scorso, WACKERS, artista e docente, fondatore in Olanda di un’Accademia d’arte, si pone come l’epigono di un linguaggio neoespressionista capace di coniugare simbolismo lirico e forza espressiva maturata a contatto con gli esiti dell’informale. Quella WACKERS è una pittura che rilegge il Novecento intero e come ogni postmoderno mantiene un eclettismo di fondo a cui unisce sagacia pittorica, possesso dei fondamenti irrinunciabili dell’Accademia e credo quasi fideistico nel mestiere. E scorrendo lo sguardo sulla sua opera si rivelano le eredità fauves e postimpressioniste, le interferenze simboliste echeggianti il primo Mondriaan; le sollecitazioni radicali e drammatiche provenienti da una figurazione alla Bacon, influenze solo apparentemente distanti ma incontrovertibili si rivelano gli eccessi formali dei Co.Br.A.

Questo retroterra ricco, in cui una tradizione pittorica nobile viene irrorata dalla contaminazione con linguaggi più audaci – postimpressionisti, espressionisti, astratti e informali- si osserva in ogni passaggio della sua opera, nei tratti abilissimi del suo pennello, nella trama ardita dei suoi elaborati. Sono lavori che recuperano atmosfere dense d’incanto settentrionale, corroborate da effetti di cromatismo luminescente che insieme si uniscono per generare una figurazione dai tratti marcatamente alterati, spinta alle soglie di un disfacimento onirico. Lavori nei quali il connubio luce/colore amplifica l’inquietudine di fondo che permea ogni singolo quadro dove domina sempre e comunque l’uomo con le sue debolezze e le sue distorsioni, i desideri – spesso traditi- le aspirazioni –negate – il vuoto di esistenze spinte al limite quando non ai margini. Su ogni tela, ognuna di dimensioni significative, trasuda una inquietudine spessa, incombente, che pare rapprendersi tra le pieghe di una superfice volutamente – e voracemente – materica, pastosa e bruta, lavorata d fino ma magmatica nel suo spessore e nei suoi esisti pittorici.

Un lavoro dove il figurativo e l’astratto si incrociano in una unione feconda, capace di originare immagini dal grande impatto visivo e dalla carica espressiva prorompente.

In questo artista che si muove disinvolto tra i mezzi tradizionali della pittura, luce e colore vibrano in simultanea fino a corrodere i valori visivi per originare immagini deteriorate, deformate da una visione inconscia che prende il sopravvento sul reale arrivando a disegnare turbamenti collettivi ed angosce esistenziali e pubbliche.

Una proposta straordinaria che ricalcola la categoria del bello – BEAUTY IS IN YOUR MIND – la espande e la riformula rinnovata e ampliata: un bello che si annida nei recessi della visione, nelle pieghe del reale e che ne esce rinforzato e ravvivato pronto ad assumere nuovi e inediti stati.

 

Fino al 30 dicembre l’opera di RUUDT WACKERS è visibile presso l’Officina delle Arti di Leonardo Serafini a Corridonia: un’occasione per osservare dal vivo un artista di grande qualità e dalla caratura internazionale; una presenza di spessore non solo per la città di Corridonia, che la propone nell’ambito delle iniziative culturali preparate per le festività natalizie, ma per l’intero panorama artistico maceratese e marchigiano.

Officina delle Arti – Corridonia, Via Piave 15 – Aperta venerdì, sabato e domenica 18-20