10/08/2018

LA GIOIA SINERGICA DELLA POESIA NELLA PERFORMANCE DI ROBERTA FONSATO “Hotel Buenos Aires stanza 202” – di Emanuela Pisicchio

By artedellamarca

Nulla o tutto accade per caso…(?)

Possiamo scomodare Carl G. Jung, che per primo, nel 1952, pubblicò un’opera in cui definì la teoria della sincronicità. Che è poi quel concetto che sostiene che, la maggior parte degli eventi, nella nostra vita, hanno un preciso significato e accadono per un’altra altrettanto, precisa, ragione. A parte la difficoltà, spesso, di stanarla. Possiamo anche scomodare “I Ching” o “Libro dei Mutamenti”, la cui prima edizione, in qualità di libro divinatorio, risale al X sec. A.C. tanto caro a Confucio, ove il lancio delle tre monetine, per poi ottenere e decodificare il responso – svelato fra i ben 64 esagrammi del Libro – si basa sul principio della non causalità. Non andiamo troppo lontano, direi. Perché possiamo udire la voce microfonata dell’attrice-regista-performer Roberta Fonsato, che si spande con tale, mistica, dolcezza nel meraviglioso giardino della Fondazione “diverso-inverso”, voce che sembra aereo-dinamicamente condotta dalla seggiovia che le fronde compongono e si rivela, subito, carezzevole, coinvolgente.

Monterubbiano

Siamo a Monterubbiano, Marche, provincia di Fermo. Per una performance “poetica” itinerante dal titolo “Hotel Buenos Aires – stanza 202”, inconsapevolmente ospiti dell’Hotel in cui ognuno di noi ha riservata, esclusivamente, una stanza. Scegliamo il nostro passpartòut con azione diretta, selezionando da un carnet…a caso (?) il numero di stanza che ci riserverà una dedica poetica personalizzata. Strabiliante.  La voce di Roberta attraversa le nostre trombe d’Eustachio e decanta, con sublime, inviolata interpretazione, lì, nella nostra anima la poesia che ci spetta. Proprio quella corrispondente: ascoltarla è come un canto. Un incontro visivo, umano, poetico. Una lirica densa che riempie d’interazione l’erba stessa, è suggestiva emozione, parole che s’allineano e definiscono, a volte ci possono svelare, a volte stupire o annodare, ma sempre dicono, raccontano, coinvolgono, stipulano, creano suspance e, in fin dei conti, una certa, affascinante intimità condivisa.  Dinamica e forte. Viscerale. Coinvolgente. Così come la natura stessa della poesia è. Dal greco “poiesis” = creazione. Sì, una creazione ispirata. Dalla potenza evocativa, che riesce a trasmettere concetti, riflessioni, stati d’animo, pensieri, domande e, in questo caso, è anche sibilla, rivelatrice essenziale che concentra un messaggio, non ha importanza se breve o meno, trasmigra un cuore fecondo che va contro il muro dei silenzi e della omissione di trasmissioni umane. E’ quella essenzialità ad essere intensa. E’ un vettore, una freccia dritta al circuito emotivo che somma al suo, proprio corpo quasi siderale, una potenza aggiunta di quando è ascoltata e dunque “recitata”, interpretata, e restituita dalla performer. Sembra che ci sfiorino ali invisibili, che si fermano poi, all’unisono, fra le mani giunte di Roberta, la quale sorride; poi l’ospite rientra nella sua soggettività, direi arricchita. “Solo la poesia ispira poesia”, ha detto Ralph Emerson. E così la catena della sincronicità continua il suo tragitto, persona dopo persona, poesia dopo poesia, sorpresa dopo sorpresa. Perché, come predetto dall’attrice, la “libromanzia” esiste, accade… cerchiamo qualcosa, una risposta, un suggerimento, apriamo proprio quel libro, a quell’ora, a quella pagina e lì, in quel rigo la troveremo.  Libromanzia. Non casualità. Sincronia. Et voilà. Naturalmente, la selezione dei componimenti, ad opera della Fonsato, è di cruciale bellezza. Abbiamo ascoltato Anais Nin, con la sua arte di scrivere e aprire la luce nelle tenebre della vita; l’intensa, viscerale, sfrecciante e indiscutibilmente profonda magia narrativa di Alda Merini; il jazz poetico e acuto di Giorgio Gaber;  il roboante spessore, connotato da traccianti ironici e intelligenti del premio nobel alla letteratura 1996, ossia Wislawa Szymborska; per non parlare dell’amore buono e di quello stile morbido, non di meno tagliente, che risponde al nome di Viviane Lamarque, una delle maggiori poetesse italiane. Siamo fortunati. Perché abbiamo scoperto – grazie a Roberta – anche nomi prima sconosciuti che, con ottime probabilità, ci ricorderemo. La poesia dà indipendenza, dice la Fonsato, in una giusta premessa: “non vi chiederò di più, se non ascoltare un brano di poesia, solo questo.” La poesia può dare amore, spunti, scosse sismiche e unione mentre tutti ascoltiamo lo svelarsi delle sue diverse sfumature, pennellate una ad una, proprio per noi, non, senza poi, sorridere. Ecco. La poesia dà sorriso.

R. Fonsato

 

Qualche timido ospite dell’Hotel si attarda, si nasconde, forse timidamente evita di palesarsi, ma alla fine, la poesia è in ognuno e per ognuno, tutti, proprio tutti gli ospiti porteranno con sé gli echi vibranti e rivelatori di un verso; il significato ironico delle parole udite, la sacralità di un momento così profondamente aggregante. Cosa è poetico veramente? Il tutto. Che Roberta Fonsato, alla fine, ringrazi con un’elevazione spirituale degna di nota, ringrazia il luogo che ci ha ospitati, proprio qui, in questo contesto, nella sincronia che qui alberga, con un’ultima, toccante poesia. Beh. La cena ha riempito il nostro stomaco e Roberta il nostro animo. Ma non si può entrare nella stanza 202…. Andate a scoprire perché.

La Fondazione “diverso-inverso” – L.go Cesare Battisti, 13 – Monterubbiano – www.diversoinverso.it – propone settimanalmente degli incontri/eventi culturalmente stimolanti, (musica, spettacoli comici, percorsi poetici ecc.) a cui consiglio di partecipare, tutti affidati a bravi autori che possono esprimersi in una location, a dir poco, incantata. Why not? Roberta Fonsato è attrice, regista, formatrice teatrale e coach drama. Conduce progetti in ambito di teatro e psichiatria. E’ autrice di vari format-performance come: “poesia riflessa” – “Domus aurea” – “La poesia a domicilio” – “Io tango da sola”.